Sciatalgia – Dolori al nervo sciatico
Hai un dolore forte e bruciante alla schiena o lungo la gamba che non ti dà tregua nemmeno la notte? Non sai che posizione assumere per stare meglio, o per riuscire a dormire?
Non riesci a stare in piedi senza stare un po’ piegato in avanti, o fai fatica a camminare perché senti debole una gamba? Hai un dolore pungente a livello del gluteo? Accusi un bruciore forte a livello tibiale, o dello stinco?
Ogni volta che stai seduto per più tempo oppure in auto o in treno, ti compare un fastidio che ti costringe ad alzarti? Potresti avere una sciatalgia o una lombosciatalgia. Vediamo assieme di cosa si tratta.
Sciatica, Sciatalgia e Lombosciatalgia
Sono 3 termini diversi ma per definire la stessa patologia.
In realtà va fatta una distinzione tra sciatica/sciatalgia, e la lombosciatalgia, perché quest’ultima prevede la presenza di un dolore del tratto lombare, mentre una sciatalgia pura può manifestarsi anche in assenza di alcun dolore lombare ma con un dolore forte e bruciante, a volte invalidante, che può essere avvertito in qualsiasi distretto dell’arto inferiore dal gluteo in giù, ma più comunemente a livello del basso gluteo o della parte postero-laterale della coscia.
Esistono poi le cruralgie e le lombocruralgie, che sono dei dolori riferiti invece alla parte anteriore o anterointerna della coscia, causate da un nervo diverso (nervo femorale o crurale) rispetto al nervo ischiatico (o, volgarmente, sciatico).
Le cause
La Lombosciatalgia è causata per lo più da ernia discale. Una protrusione discale, darà più facilmente come sintomatologia un dolore a barra a livello lombare, cioè di tutta una zona, mentre un’ernia discale darà più probabilmente un dolore riferito che scende lungo l’arto inferiore.
Attenzione, esistono anche le radicoliti, che sono delle infiammazioni più semplici di una o più radici nervose, che danno anch’esse dolori riferiti. Per distinguere le varie casistiche si possono eseguire alcuni esami strumentali, come le più economiche EMG/ENG (elettomiografia ed elettroneurografia), o le più complete RMN (Risonanza Magnetica Nucleare) e la TC o TAC (Tomografia Assiale Computerizzata).
Esiste inoltre ed è davvero molto molto comune anche la cosiddetta sciatica mozza o sciatalgia da piriforme, ovvero una forma di sciatalgia originata in realtà non da una protrusione o un’ernia, ma da contrattura, rigidità o errata fisiologia del muscolo piriforme, muscolo che decorre tra il sacro e il grande trocantere del femore, che può essere a seconda delle varianti anatomiche in un rapporto di contiguità oppure perforato dal nervo ischiatico.
Infine, non è raro che dei dolori riferiti di origine viscerale (come ad esempio dal rene), possano dare origine a dei dolori molto simili alla sciatalgia, da non confondere; o ancora possano insorgere delle sciatalgie dopo traumi cranici, colpi di frusta, traumi da caduta sul sacro, pre o post-partum, o interventi chirurgici che vadano a toccare la dura madre (il manicotto fibroso che avvolge il midollo spinale, altrimenti chiamato anche sacco durale).
Cosa facciamo noi
E’ possibile lavorare in maniera decisamente molto efficace sulle lombosciatalgie, anche in fase subito sub-acuta (in fase acuta molto spesso il paziente non può nemmeno camminare o muoversi dal dolore, ed è bene che si faccia vedere da un medico e intraprenda una qualche terapia farmacologica, meglio ancora se di tipo inettivo, a nostro avviso) andando ad intervenire sul riequilibrio del sistema cranio-sacrale e duramerico (ovvero della dura madre, che va a tappezzare anche i forami di coniugazione tra una vertebra e l’altra dove escono i nervi) e sull’apertura meccanica dello spazio tra una vertebra e l’altra per favorire il drenaggio.
Si è visto infatti, che l’irritazione del nervo è causata non solo dal materiale discale spostato o migrato che infastidisce il nervo, ma soprattutto dalla compressione meccanica (i liquidi sono incomprimibili) del liquido (edema) che si forma come reazione in seguito alla alterazione della corretta fisiologia con una conseguente modifica anatomica stutturale della parte.
Tutto il lavoro va concentrato sul permettere il miglior drenaggio possibile del segmento, agendo direttamente sulla zona vertebrale in quesione in apertura, sulla possibilità di scorrimento sottostante del nervo, sulla riduzione degli spasmi muscolari generatosi a protezione, sul riequilibrio meccanico delle fondamenta e cioè del bacino su cui poggia la colonna vertebrale, sull’eliminazione di eventuali influenze e disfunzioni viscerali, sull’armonizzazione e il rilancio del sistema cranio-sacrale.
L’Osteopatia si rivela un aiuto eccezionale in questi casi, indirizzandoti decisamente verso la progressione della riduzione sintomatologica, e svolgendo -in caso- un’azione complementare a quella farmacologica eventualmente in atto.